Dàimon

l daimon, abitanti del cupo e terribile piano di Abaddon, sono plasmati dalla distruzione della vita in tutte le sue forme e sono votati a quella causa. Perseguono la morte di ogni essere mortale con i mezzi più dolorosi e orribili possibili, allo scopo di servire le entità apocalittiche conosciute come i Quattro Cavalieri. Ogni tipo di dàimon rappresenta un modo diverso di morire e i suoi poteri mirano quasi sempre a infliggere quel particolare tipo di morte. Attraverso l'uso di questi poteri, i dàimon cercano di trascinare l'esistenza in un baratro di disperazione e di consegnare all'oblio tutte le anime.

Sebbene coloro che evocano i dàimon sul Piano Materiale cerchino generalmente di utilizzarne i poteri distruttivi e corruttivi per i propri fini, i dàimon trovano sempre il modo di seminare paura, dubbio e disperazione ovunque vadano. Spesso i dàimon mascherano i loro piani come se fossero opera di altri nefandi, sapendo che questa confusione non farà che incrementare la paura dei mortali.

Sebbene tutti i nefandi cerchino di tentare i mortali a cedere al male per incrementare i propri numeri e il proprio potere nei loro piani d'origine, i dàimon sono spinti perfino oltre da una fame soprannaturale di anime mortali e utilizzano numerosi metodi, tra cui le gemme dell'anima dei cacodàimon, per intrappolarli. Su Abaddon e in altri luoghi spaventosi di tutto il multiverso, le anime sono allo stesso tempo una prelibatezza, una merce di scambio e una fonte di potere magico, e i dàimon sono tra i maggiori accaparratori, mercanti e abusatori di "risorse" spirituali.

I dàimon prendono forma dalle anime più spregevoli e personificano le varie forme della morte.

Esseri malvagi dedicati a uccidere le vite mortali nei modi più dolorosi e sgradevoli possibili, i dàimon possiedono una rimarchevole varietà di aspetti e capacità.

Nome Livello
Cacodàimon (Dàimon Mietitore) 1
Ceustodàimon (Dàimon Guardiano) 6
Leukodàimon (Dàimon della Pestilenza) 9
Psicodàimon (Dàimon del Veleno) 10
Meladàimon (Dàimon della Carestia) 11
Derghodàimon (Dàimon della Devastazione) 12
Thanadàimon (Dàimon della Morte) 13
Crucidàimon (Dàimon della Tortura) 15
Sordesdàimon (Dàimon dell'Inquinamento) 15
Astradàimon (Dàimon del Vuoto) 16
Purrodàimon (Dàimon della Guerra) 18
Agradàimon (Dàimon della Fiamma) 19
Olethrodàimon (Dàimon dell'Apocalisse) 20

Abaddon

I dàimon provengono da Abaddon, un piano di pura malvagità, riservato alle anime più corrotte. Se l'Inferno è un reame di tortura e di depravazione sistematica. Abaddon è il suo cugino distorto, un luogo dove è possibile trovare solo dolore e disperazione in abbondanza, ma senza le rigide regole dell'Inferno o la libertà caotico dell'Abisso. Per quei malfattori che cercano semplicemente di infliggere la loro malignità al prossimo, Abaddon è un ricco territorio di caccia dove è possibile sguazzare nella turpitudine. Ma tutti i visitatori stiano in guardia: la competizione è accanita.

Altri Dàimon

Esistono tanti dàimon quanti sono i modi orribili di morire. I sanguinari Sanguadàimon incarnano la morte per dissanguamento, mentre gli scheletrici Thanadàimon rappresentano la morte per vecchiaia. I dàimon più potenti sono gli Olethrodàimon, che rappresentano i genocidi causati da un evento apocalittico o dalla fine di un intero mondo.

Araldi dei Dàimon

I quattro Cavalieri sono i più potenti dei semidei dàimoniaci, ma sono solo quattro tra molti. Numerosi altri araldi dàimoniaci vivono su Abaddon e ognuno di essi è un semidio unico e potente a pieno titolo, pronto a esercitare la sua massiccia influenza su tutti i dàimon. Jacarkas il Collezionista (signore della città di schiavi di Aspettando la Consunzione), Vorasha l'Ophidian (consorte del Cavaliere della Carestia) e Zelishkar la Fiamma Amara (patrono dei piromani e agente del Cavaliere della Guerra) sono solo tre delle dozzine di araldi che governano i reami di Abaddon.

Diaconi Dàimoniaci

Ognuno dei quattro Cavalieri è servito da una categoria specifica di dàimon servitori noti come diaconi. I Leukodàimon prestano servizio come diaconi del Cavaliere della Pestilenza. I Meladàimon sono i diaconi del Cavaliere della Carestia e i Thanadàimon prestano servizio come diaconi del Cavaliere della Morte. I Purrodàimon sono attualmente i più potenti tra i diaconi e servono il Cavaliere della Guerra... ma col passare del tempo, le categorie di potenza dei diaconi possono variare drasticamente.

Divinità Dàimon

Molti potenti e unici semidei dàimon, noti collettivamente come gli Araldi, dominano i territori di Abaddon. Tuttavia, al di sopra di questi semidei si pongono altre entità ancora più potenti: i Quattro Cavalieri dell'Apocalisse. I nomi e le identità di questi specifici cavalieri cambiano con il passare delle ere. In questo momento, sono costituiti da Apollyon (il Cavaliere della Pestilenza), Caronte (il Cavaliere della Morte), Szuriel (il Cavaliere della Guerra) e Trelmarixian (il Cavaliere della Carestia). Tra questi, solamente Caronte non è mai caduto in disgrazia, cedendo il posto a un nuovo arrivato. Alcuni ritengono che esista un "Quinto Cavaliere" che un tempo comandava gli altri quattro, mentre altri sostengono che l'eclissi di sole permanente che sovrasta i cieli di Abaddon sia tutto ciò che rimane di questo dio defunto da tempo.

Gemme dell'Anima come Equipaggiamento

I dàimon spesso portano con loro alcune gemme dell'anima come trofei per potenziare qualche capacità. I Cacodàimon sono la fonte più comune di gemme dell'anima, ma tali oggetti possono anche essere creati da incantesimi come Legare Anima. Se un dàimon sbriciola una gemma dell'anima per potenziare una capacità, l'anima intrappolata all'interno viene liberata, raggiunge l'aldilà e può essere riportata in vita normalmente.

Gemme dell'Anima come Tesori

Le gemme dell'anima vengono smerciate nei mercati clandestini, una tradizione che sia i Celestiali che gli Psicopompi considerano abietta. Il valore delle gemme dell'anima può variare, ma generalmente è proporzionato al livello dell'anima imprigionata nella gemma.

Il Paradosso Dàimoniaco

I dàimon rappresentano un paradosso: pur essendo incarnazioni della morte e ambendo a divorare tutto ciò che vive, sono essi stessi creature viventi. Alcuni profetizzano una gloriosa fine dei tempi in cui la realtà sarà liberata dal contagio costituito dalla vita stessa. La maggior parte dei dàimon non si cura di tale paradosso.

Tipi di Dàimon

Agradàimon

Parte leone, parte ragno e parte demagogo, gli agradàimon nascono dalle fiamme delle forge di Szuriel, il Cavaliere della Guerra. Sebbene non siano disposti a collaborare tra loro per un periodo protratto, spesso gli agradàimon riescono a diventare i capi di culti il cui scopo è la distruzione della civiltà. Per questi mostri manipolatori delle fiamme e della paura, bruciare una città è giusto un intrattenimento; quello che dà veramente soddisfazione è incenerire l'intero sistema agricolo di una nazione per trasformare i suoi cittadini in predoni affamati prima di dare fuoco anche alle loro foreste e pianure.

Anime per la Forgia

Il calore che ardeva sotto le distese di Abaddon si è spento eoni fa. Per questo i fabbri che forgiano le armi per Szuriel, il Cavaliere della Guerra, si sono rivolti alle anime dei mortali per mantenere vivi i loro fuochi. Le fiamme di queste forge maledette possono generare creature profane, e gli agradàimon sono tra le peggiori tra quelle che hanno visto la luce qui.

Astradàimon

Questi inquietanti dàimon dall'aspetto vagamente rettiloide incarnano la morte provocata da un attacco diretto all'anima o alla forza vitale di una creatura, la stessa fine obnubilante inflitta dal loro tocco mortale. Gli astradàimon compaiono raramente sul Piano Materiale. Trascorrono la maggior parte del loro tempo a caccia lungo i sentieri di collegamento tra il mondo vivente e l'oltretomba, dove catturano le anime in transito, sottraendole alla loro ricompensa o alla giusta punizione, e trasportandole su Abaddon, dove le consegnano come tributo ai loro padroni imperituri. Questi terrificanti rapitori di morti a volte si aggirano anche sulle sponde del Fiume delle Anime, sul Piano Astrale, dove vanno instancabilmente a caccia di nuove vittime. È per questo motivo che gli Psicopompi covano un odio speciale nei confronti degli astradàimon i loro scontri con questi bizzarri cacciatori di anime migranti sono leggendari.

Non tutti gli astradàimon si limitano a cacciare anime. I più famosi della loro razza prestano servizio come assassini per i Cavalieri in persona.

Cacodàimon

Queste incarnazioni di violenza forsennata e di rancore sono generate dai flussi di anime colleriche e distorte che aleggiano tra le nebbie di Abaddon. I cacodàimon sono costantemente affamati di anime mortali e ambiscono a generare sofferenza. Sono sfere digrignanti irte di zanne, pinne e spuntoni e sono il tipo di dàimon più debole, un amalgama di meschini forme di morte, prive della forza conferita dalla concentrazione su una singola causa di decesso.

Ceustodàimon

I ceustodàimon sono formati dalle anime dei mortali più codardi, e in particolare da coloro che si sono sforzati per affrettare il momento della loro morte, un'inclinazione che li ha trasformati in servitori dàimoniaci. I loro sensi ultraterreni li rendono adatti a vegliare sulle cripte e altri luoghi simili del Piano Materiale. I ceustodàimon vengono creati per servire, ma cercano sempre un modo per liberarsi dai loro vincoli e di strappare la carne ai loro evocatori mortali. Gli evocatori peggiori richiamano i ceustodàimon al solo scopo di sguinzagliarli nel mondo, nella speranza di ingraziarsi i poteri di Abaddon.

Crucidàimon

Fra tutti i modi di morire, il crucidàimon rappresenta probabilmente uno dei meno desiderabili: la morte per tortura. Il corpo armonioso del nefando, che appare forgiato con ferro o mithril, cela una collera sinistra e una propensione all'infliggere dolore. I crucidàimon amano particolarmente torturare le vittime con i pugnali ricurvi e seghettati, attaccati ai loro corpi tramite una catena che fora ciascun polso.

L'esistenza di un crucidàimon è dedicata all'imposizione di un'eternità di dolore e terrore. A differenza di altri dàimon, molti dei quali sono ansiosi di cibarsi di anime mortali appena ne hanno occasione, il crucidàimon trae un piacere molto più intenso dal prolungare l'agonia delle vittime. Spesso infligge tormenti tali che, quando la fine è vicina, la preda lo ringrazia fra le lacrime per la pietà dell'oblio. Uno scontro con un crucidàimon non finisce se non con la morte di quest'ultimo: queste creature hanno una pazienza senza pari che riservano a coloro che osano opporglisi.

Trappole Dàimoniache

I crucidàimon eccellono nella fabbricazione delle trappole, che dispongono nelle tane proprie o dei loro signori, in schemi intricati che comprendono glifi di interdizione incantati per attirare le vittime. Forse ancora più inquietante della sua natura metodica nel creare trappole è l'interesse quasi medico del crucidàimon nella mutilazione e nello smembramento dei nemici catturati.

Derghodàimon

I derghodàimon rappresentano la morte attraverso atti di indicibile violenza o essere divorati vivi. Forse in vita un assassino famelico li ha fatti a pezzi per ricavarne uno stufato, un lupo mannaro li ha squartati, o più semplicemente sono stati stroncati dalle intemperie e sono diventati cibo per vermi. In ogni caso, i derghodàimon cercano di infliggere la stessa orrenda sorte che hanno subito a tutti coloro in cui si imbattono. A differenza di certi dàimon, i derghodàimon traggono poco piacere dalle morti prolungate: prima questi immondi riescono a eliminare in modo truculento una vittima, prima potranno concentrare la loro attenzione sul prossimo bersaglio e ripetere il ciclo di violenza.

I derghodàimon sembrano ammassi ambulanti di artigli da insetto affilati come lame, collegati ad arti chitinosi altrettanto minacciosi, ma pochi si soffermano a osservare il loro aspetto a lungo: lo sguardo di un derghodàimon è sufficiente a provocare una drastica alterazione visiva in chi si trova nelle vicinanze. L'aspetto del derghodàimon si fa sempre più deforme agli occhi di chi lo osserva, che cade vittima di orribili allucinazioni e prova l'impulso irresistibile di infliggere danni agli altri o di divorarli. L'attacco più orrendo che i derghodàimon possano scatenare contro le loro vittime è forse la loro Infestazione Sciamante: i dàimon vomitano una nube di insetti striscianti e ronzanti che si avventa sui bersagli e li uccide sbranandoli, sempre che le folli minacce sussurranti che echeggiano tra il fruscio degli insetti non li trascini prima in un raptus di follia violenta!

Leukodàimon

Questi dàimon dalla testa di teschio e dalle ali da avvoltoio sono gli araldi delle pestilenze e i servitori del loro Cavaliere patrono, Apollyon. I leukodàimon sono le manifestazioni delle anime malvagie che morirono a seguito di una malattia e che ora si sforzano senza tregua per diffondere la malattia in tutti i mondi del multiverso. Collaborano con i loro simili più di ogni altro dàimon e aiutano coloro che li evocano nei mondi mortali per diffondere malattie ed epidemie, rinunciando a ogni forma di gloria personale pur di ottenere i risultati desiderati.

Meladàimon

I meladàimon personificano la morte di fame e di sete e adorano diffondere le stesse forme di disperazione che li hanno condotti alla loro dipartita. Quando non fanno avvizzire i raccolti, non massacrano il bestiame e non contaminano le riserve d'acqua, conducono esperimenti sui prigionieri per studiare fino a che punto le creature possono resistere senza sostentamento e gli effetti deleteri di tali privazioni. Sono convintamente fedeli a Trelmarixian, il Cavaliere della Carestia, e non servono nessun altro essere. Collaborano con gli altri dàimon se è Trelmarixian a volerlo, ma sono noti per la loro indole traditrice.

Plasmati a Sua Immagine

I meladàimon sono sempre stati scarni e bestiali, ma non hanno sempre avuto l'aspetto di uno sciacallo. Quando Trelmarixian spodestò il precedente Cavaliere della Carestia, uno dei suoi primi atti come signore di Abaddon fu quello di deformare a viva forza l'aspetto della sua casta di diaconi affinché assomigliasse alla sua forma perversa. Si spinse fino a infondere nei meladàimon altri aspetti degli sciacalli, per deformarli definitivamente e assicurarsi la loro fedeltà.

Olethrodàimon

Perfino gli altri dàimon temono i più grossi e terrificanti esmmplari della loro specie, gli olethrodàimon.

Nessuna singola entità può incarnare il livello di malvagità necessario per manifestarne uno; queste macchine da guerra viventi sono invece composti da una miriade di anime... o almeno, così racconta la storia. Altre teorie suggeriscono che i quattro Cavalieri dell'Apocalisse sono i responsabili della creazione degli olethrodàimon, o che gli olethrodàimon siano semplicemente i fuoriusciti creati da un essere a loro superiore, un misterioso quinto Cavaliere.

Qualunque sia la verità, gli olethrodàimon sono reali e la loro presenza è talmente terrificante da incutere un terrore esistenziale paralizzannte. Gli olethrodàimon sono creature dotate di dozzine di occhi luminescenti dallo sguardo vitreo, fauci sbavanti, quattro braccia e quattro gambe muscolose e innumerevoli corna. Non assomilgiano a nessun'altra creatura conosciuta alle razze mortali.

Psicodàimon

I psicodàimon, generati dalle morti per avvelenamento, sono crudeli anche per i parametri dàimoniaci ed sultano di fronte a un'agonia lenta e prolungata. Per un psicodàimon, la morte non è altro che la ciliegina su una torta putrefatta: il vero piacere viene dall'osservare, udire, annusare e perfino assaporare l'angoscia allo stato puro. Sebbene i veleni e le tossine siano gli strumenti preferiti dei psicodàimon, i loro crudeli artigli sono perfettamente in grado di fare a pezzi i nemici, se necessario.

I psicodàimon vivono nelle paludi più fetide e nei corsi d'acqua più tossici, tra cui il Fiume Stige, il Canale di Bile e la Corte Sommersa di Caronte, il Cavaliere della Morte. Spesso sono accompagnati da squadre di idrodàimon, le rappresentazioni della morte per annegamento. Pur dimostrandosi degli scaltri comandanti, i psicodàimon tendono a dimenticare il loro rango nella foga della battaglia e a tuffarsi nel cuore della mischia.

Purrodàimon

Poche creature incarnano l'immane carneficina e le vite perdute della guerra quanto i purrodàimon, i diaconi della guerra. Questi giganteschi dàimon umanoidi sono protetti da sacrileghe armature nere e dotati di armi che penetrano la loro carne a ogni apertura. Queste armi, tutt'altro che ferite, costituiscono l'arsenale del purrodàimon. Un purrodàimon può estrarre un'arma dalla sua carne con spaventosa velocità e nauseante facilità, come se estraesse una spada dal fodero, e il suo sangue è talmente contaminato dal male che l'arma da esso bagnata si trasforma in un potente strumento di guerra.

Sordesdàimon

Ammassi di spazzature e carne dàimoniaca, i sordesdàimon incarnano la morte provocata dall'inquinamento e sono tra i tipi più recenti di dàimon a essere apparsi su Golarion. I sordesdàimon sono malvagiamente astuti e spesso cercano di ispirare i mortali con nuove idee e invenzioni per inquinare l'ambiente.

Inquinamento Dàimonico

I sordesdàimon che non sono costretti a eseguire un incarico specifico spesso trovano il modo di infiltrarsi nelle fogne delle grandi città dove sottomettono altre creature che vivono tra la sporcizia, come gli Ofalth e gli Otyugh. Non ci pensano due volte a sacrificare questi servitori se pensano che questo possa favorire i loro piani.

Thanadàimon

I thanadàimon, noti anche come diaconi della morte, rappresentano la morte per vecchiaia. Sono tra i dàimon più pazienti e preferiscono temporeggiare e mettere in atto piani a lungo termine, a costo di aspettare interi decenni, anziché combattere (sebbene risultino comunque degli avversari letali). Come il Cavaliere della Morte, solcano le acque del Fiume Stige alla ricerca di anime smarrite. È raro incontrare un thanadàimon senza il suo tradizionale remo (che viene impugnato come un bastone bo), uno strumento che usano per navigare nei canali incrostati di muco e sulle rapide turbolente del fiume.

Pedaggi del Fiume Stige

I thanadàimon solcano con inqiuetante agilità le acque torbide del Fiume Stige e sono sempre pronti a offrire ai mortali un passaggio a bordo delle loro fatiscenti scialuppe... al giusto prezzo. L'oro è solitamente un pagamento accettabile per i servizi di un thanadàimon, sebbene questi nefandi siano ben noti per alterare i dettagli dell'accordo dopo il servizio, e potrebbero benissimo esigere un favore o qualche oggetto esoterico, come una gemma dell'anima, al posto delle monete.


Fonte: Daemon